Altri appunti
Così come Pirandello tra i festaioli della vera Sagra del Signore della Nave, tra gli ulivi della chiesa
normanna di San Nicola, prendeva appunti su ciò che vedeva e sentiva (gli spezzoni di dialoghi divenuti poi,
nell'opera teatrale, passaggi fugaci, quasi cinematografici; i gruppi familiari alla Daumier, alla Hogarth)
documentando il costume della Sagra stessa, allo stesso modo io oggi visito questa "Sagra" di attori, come
quei festaioli, "ubriachi", a volte come "cavalcati", posseduti da personaggi o anzi meglio da ruoli
pirandelliani, già repertoriati, che emergono dalla loro memoria. Tracce, impronte
(overdub) e che, già lo sento, utilizzerò. Fumi materializzati nel corpo "ubriaco" degli attori-alessici; fumi che si accumulano, che si intasano
gonfiando i volti come sanguinacci, per evaporare in battute e citazioni, vuote di significato, cantilene
rituali, rutti della memoria "ubriachi" tra gli ubriachi.
Dunque nell'accumulazione dell'allestimento nel voluto frastuono di cacofonie, di musiche sguaiate,
di clamori di festa includerò la non voluta presenza degli scongiuri, degli ammiccamenti, dell'enfasi, delle
lallate latrate: Quell'«ebbro» comportamento degli attori in un sincronizzato traboccare dove "l'eccessivo"
dell'attore delirante diventa significante.
Il protagonismo impaurilo della presenza di altri protagonismi, soffoca di parole e di gesti
affogandosene e sbracciando in quel mare di carta in cui annegherà; mare composto dai fraintesi fogli fluttuanti di
copioni pirandelliani (sento già che l'utilizzerò) finché viene miracolato dalla grandezza di papa Luigi il
torturatore o chissà del benevolo-sadico regista aguzzino e confessore che ha preso anche lui i suoi appunti
(non solo a S. Nicola o allo Odescalchi di Roma ma anche in questa nuova "sagra degli attori" ).
Lasciarli! qui la mia invetio (sentivo! che li avrei utilizzati). Entrerò in scena nel mio vero ruolo di
regista: fermerò il caos generale. A soggetto: "siamo in piazza, abbiamo "a calia e simenza", la mela rossa
cristallina col paletto, ecc... (al pubblico) scusate signori: abbiamo poco, ma abbiamo.... ezzumpapà (a mo'
di grancassa)... ezzumpapà ... ecc..."
Richiamerò con il loro nome gli attori: " Calala! Lillo! Pippo!" che si risveglieranno rompendo il
momento teatrale con un'apparente maniera interlocutoria. Li rimprovererò di non essere "in personaggio", ma
come risposta non avrò altro che ancora brani pirandelliani.
Ordinando questi appunti nella riflessione del mio studio, altri personaggi pirandelliani hanno bussato
alla mia porta per partecipare alla Sagra. Apriranno il mio allestimento!
Dall'alto della scalinata della cattedrale, assisteranno a tutta la Sagra composte, rigorose, bianche
figure. Le presenze-ombre di Donata, di Ersilia, dell'Ignota, di Delia, di Enrico IV, di Romeo. Apriranno e
chiuderanno il mio allestimento, in un concertato di fluenza sonora, di trasparenza palpitante, di
pathos
Tutto in un'alternanza stridente con la sorda opacità graffiata, anch'essa palpitante, ma di sangue
ingolfato nelle vene.
Gli "attori ubriachi" incalzanti dal basso in un altro concertato sfrenato e sgraziato. L'informe e la forma,
la oxymoron diviene spettacolo. La bellezza delle figure bianche contro l'eruzione ctonia ma non nel nome
di Apollo e di Dioniso, ma di un solo dio: Pirandello.
Ma certo non si possono scatenare le forze magiche, poi liberarle e pretendere infine di riconquistare
l'ordine.
Solo l'imponenza della grande campana e l'irrompere del povero Cristo scannato potrà farlo. Anche
allora questi "attori ubriachi" abitanti dal basso si uniranno ai processanti con i loro "mea culpa".
"... E volete una tragedia più tragedia di questa?"
Agrigento 26 Agosto '96
Silvio Benedetto