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...tu  y yo y mañana otros como nosotros ahora serán Dante y Virgilio... 

ves, para esto son casi ausentes de mis piedras cuanto ausente la
refiguración del "paisaje". El contexto es aquí el paisaje... te moves te
cambias
, lo sé... aquella forma aquel color te llama, vas y después te das
vuelta para reveer la figura que has dejado, volves a esa por que la
configuración compositiva: es "todo redondo"... un lado remanda al otro...
privilegio el punto de vista frontal, "la figuratividad" que acoge el lado
anterior. Todavía ningún lado del poliedro puede ser "leido"
autonomamente... estos bloques policromos no son ni un mural, no son una
pintura de cavallete. Todavía presentan las caracteristicas y las calidades
de ambas. Son "piedras polícromas a visión multiple" que tienen cuenta de
una posibilidad de
fruizione visiva sea distante que cercana... mirá acá,
esta piedra por configurarse en su totalidad en relación con el contexto, no
transcura, en efecto, particulares 
                              ...
mirá allá? Allá estaba Eva, ahora está en Ravenna... 

  
 

 

 

 


LA VALLE DELLE PIETRE DIPINTE 

La Valle delle Pietre Dipinte, un'opera ""in fieri" dell'artista  italo-argentino  Silvio Benedetto sulla Divina Commedia a Campobello di Licata in provincia di Agrigento, è un insieme di 110 massi policromi (è prevista l'aggiunta di altri massi), di travertino d'Alcamo di circa cm. 150 x 250 x 120 circa (il cui peso è approssimativamente di 70 quintali cadauno). I massi presentano alcuni lati levigati, altri lasciati "come da cava". L'artista è intervenuto, con acrilici bicomponenti pigmentati e trasparenti, su tutti i lati del "poliedro litico" lasciando volutamente alcune zone del supporto al naturale che entrano in dialogo col soggetto figurativo è con le policromie geometriche.Cosi facendo ha creato oltre duecento "quadri" danteschi, che comunque Silvio Benedetto ha creato non ama considerarli "quadri singoli" ma  un "insieme dinamico: arte come entropia...

Una di queste pietre policrome, "Èva e oggetto inquietante", è divenuta la "pietra che viaggia" ed è stata scelta sia per il soggetto, che consente una fruizione al di fuori del generale contesto tematico, sia per l'eccezionaiità delle sue minori proporzioni, che consentono minori difficoltà di trasporto e di collocazione su pavimentazioni urbane.


Èva e oggetto inquietante

 pagina 3 dil quaderno il viaggio della pietra

LA PIETRA CHE VIAGGIA
verso il 2000 a riveder le stelle, 
(pagine di diario, forse) 

Un giorno 
Un braccio steso verso il vuoto. E' quello di Adamo scacciato dal Paradiso. La mano virile lascia intendere, forse, il contrario di ciò che esprime: lo slancio, il contrario di ciò che esprime con il suo linguaggio figurale. Forse, invece, è colto nell'istante del ritrarsi o forse, sarebbe più bello, nel cercare di afferrare lei, di riafferrarla per evitare la caduta nella voragine della terra spaccata,
dove comunque già cade, perché solo lei, Èva, ormai con la fedina penale sporca, viene espulsa 


Papa Postilla: rileggendomi noto che anch'io antepongo Adamo, forse solo per evocare l'appello scolastico alfabetico. Ci vuole un compenso per Èva: dedico a lei lo spazio litico maggiore, a lui quello minore. Ciò nonostante l'immaginario s'imporrà e lui tornerà ad anteporsi', lo vedremo in seguito. Per ora resta relegato nel lato destro, quello più piccolo. D'altronde lui restò solo sette ore nel Paradiso Terrestre, ma si rifece in seguito: sostò 4302 anni nel Limbo e 930 sulla Terra (sic!)

Un altro giorno
II braccio, quello del primo uomo, potrebbe rimandare ad altro momento, al tendersi come primo atto del suo esistere. Il gesto? Sembra voler prendere. Ma se immaginato dall'alto in basso, capovolto? Sembra voler dare, creare con gesto sciamanico. Ha comunque un senso duale, una duplice valenza1
Di Adamo (lo volevo escludere) ho dipinto solo il braccio, ma forse egli è più presente proprio per quel riferimento esterno, al non detto, al fuori campo, al corpo mancante che ci parla di altri diversi atti di quel corpo, una sorta di detto-non detto dantesco, di taglio, di sospensione: "...Quel giorno più non vi leggemmo avante...", "...Poi più che l'amor potè il digiuno...".

Lo stesso giorno, di pomeriggio

Ma un momento, bisogna spostarsi perché la pietra policroma è a "tutto tondo" (mi sono ingrassato). Spostarsi materialmente col fisico.

Postilla. Nel 1210 divieto papale di studiare Aristotele fisico

Un giorno x
Scirocco. Levo, soffiando sulla pietra, la polvere talmudica di Adamo.

Un altro giorno ancora
Possiamo spostarci verso il frontale della pietra, se così possiamo chiamarlo. Ma c'è l'angolo di continuità pittorica che ci suggerisce altro e allora vediamo quel braccio in diversa situazione contestuale: ora il braccio entra in campo, esclude quel fuori campo, verso lei Èva, colei che si volta atterrita e guarda verso l'alto e per questo cade nell'abisso 2. Comunque, così da me dipinta, da un
segnale diverso da quello che dichiara. 


1. Come dire "ad immagine e somiglianza ". Girasoli = Van Gogh (sulle bustine dì zucchero), Creazione-braccio = Michelangelo (sulle magliette per turisti). Ma braccio-dito = Creazione, quel dito che per creare non interrompe il flusso testa-cuore-mano-opera, e che però per punire si irrigidisce scendendo dall'alto.

2. La caduta fu di Adamo, dice il simulacro di Virgilio attraverso Dante ventriloquo (Inferno IV), e da quel giorno. fino alla morte di Cristo, il Paradiso restò chiuso.  
Da quel giorno Èva, non Ebe, Hepa, Hepit, Hebe, Hawwa, madre di tutti i viventi, restò esule, imprecata, insieme ad Elena, Pandora (moglie del noto dolce veronese), condannata da Innocenza Vili ai nostri giorni: "concipit mulier cum immunditia et fetore, parit cum tristitia et dolore, nutrii cum angustia et labore, custodii cum instantia et timore". 

 pagina 4 dil quaderno il viaggio della pietra

 

Nel voler fuggire (non fugge, si ferma, si volta) si consegna a noi, preda? Quel braccio che sembra allontanare, è pronto ad essere afferrato da quello di Adamo? Dallo spettatore? Il corpo che genera, o dovrebbe generare, rifiuto e disdegno perché peccaminoso, pulsa e fa pulsare?

Lo stesso giorno all'imbrunire
La pietra deve viaggiare ed ancora io parlo del braccio di Adamo mentre guardo nella valle la Donna Dalla Lunga Linguaccia Rossa e ricordo la Lingua Serpentina di Beppe Barra. Poi dipingo a tempo perso3. Ho una luce che dal basso mi illumina, attira le zanzare sulle mie gambe che mi costringono a dipingere con una ipermobilità demenziale. Mi fermo, mi ergo come Farinata (che a La Spezia si fa con i ceci) che sorge dal sepolcro, per uccidere quelle ronzanti che si fermano sulla mia guancia. Mi do solo uno schiaffo. Mi fanno marameo e non porgo l'altra.
Alla mia destra Mirra, che voleva essere un'altra persona, e che io, falsario della parola chiamo Birra, mi guarda, mi attira4 e vado a lavorare presso di lei al buio. Sento altri ronzii, credo che siano motorini, ma loro, le zanzare, falsarle, mi addentano le gambe e continuo a dipingere scalpitando.

Giorno dopo
Arrivo verso le cinque a.m. Calliope e Catone mi guardano dal Purgatorio. Continuo col bicomponente a dipingere Èva, mentre Lilit ride malvagiamente e papa Yahweh guarda compiaciuto Adamo5 mentre gli angeli6 bevono al Canale7 l'acqua amara. Ora mi attirano nel travertino i Rorschach-test delle incrostazioni, le microgallerie multiformi "che si perdono nelle viscere della pietra"8. Le dipingo di rosso. Tomo a ciò che mi suscitava Èva il "giorno x". Sentimenti9.1 sentimenti contrari.
Dicevo che le figure "pulsavano". Una sorta di double-bind insomma. A volte chi guarda non può opporsi ai messaggi contrastanti e ad un senso di smarrimento nella sua percezione, di fastidio.
La figura di Èva ha dunque un doppio comando. Altro non so fare. Anche Dante, 

3. Perso. Non trasparente, nero violetto.

4. Perché suo padre non è tra i lussuriosi?

5. Se non ve lo immaginate. Adamo, andate a vedere il suo ritratto nel Duomo di Otranto. A proposito dell'imma-
gine e somiglianzà, perché privilegiamo l'immagine rinascimentale di Èva, bella se pur dal dolente volto ? Non
sarebbe più logico, essendo la prima donna (non quella dell'Opera), raffigurarla a somiglianzà dell'austra-
lophitecus del Museo dell'Uomo a Parigi? O il solito fantasma del Cristo dagli occhi celesti che abita i reparti
ospedalieri ce lo impedisce?

6. Certo che ne hanno combinato delle belle Adamo ed Èva! Lui con la costala le appioppò la consustanziale
dipendenza e lei, con la cacciata dati 'Eden, ha costretto Campobello di Licata ad essere un paese agricolo. Se
non ci credete andate al British Museum e guardate la Miniatura anglosassone sul tema.

7. Antica fontana di Campobello di Licata. L'acqua amara da sempre simboleggia la gelosia.

8. Frase insenta da Totò Cammarata, attore del Dioniso, mentre trascrive il mio delirio.

9. Dante non voleva suscitarne di sentimenti. Bastavano i suoi. Lui si occupava di metafisica amorosa e psicolo-
gia generale, come mi ricorda il Contini che abita alla Colombiera ed il cui giardino confina con quello della
zia Vandina.

 pagina 5 dil quaderno il viaggio della pietra

 

in fondo, lascia intendere il contrario nel suo "Io non Enea10, io non Paulo sono".
Paradigma.

Giorno grigio
Rombanti, guizzanti come il Gerione di Osip, o gli angeli che sputano fuoco del Signorelli, aerei da guerra spariscono dietro i monti. Verso la Serbia forse.

Giorno dopo più tardi
La pietra deve viaggiare ed io continuo ad aggiungere note. Devo far presto. D'altronde Dante impiegò solo una notte e un giorno per visitare l'Inferno e centosettantaquattro ore per tutto il percorso e per giunta con buone guide, invece io, hay! hay! hay!, sono solo, perché Olga che mia aiuta nelle impostazioni figurali e Silvia nelle policromie geometriche, si trovano a Roma, al Teatro Olimpico, Olga, con la zampina di rana ed il dolente braccio della legge, a trasporre le mie pitture sui corpi nudi dei danzatori di "Ali in corpo". Silvia a truccarli. Tra pittura e note accolgo la notte, ma le zanzare, quelle falsarie, mi invitano a rincasare. Cosa tocca fare per la lira (non quella inventata da Ermete, il figlio prodigio dell'Ape Maia, la moglie del mese di Maio, quello di questo diario, nel 1999, ma l'Euro rapito dalla vacca, ossia l'Euro da me odiato quanto il Fiorino da Dante in Inferno XXX). Perché della passione pittorica chi se ne ...

Quel giorno
Dicevo di Dante, Enea e di Paulo ed io non sono nessuno dei tré. Ma vediamo come ho rappresentato Èva. Nell'istante in cui è scacciata da un dito che scende in diagonale verso di lei-lui, folgorante e a 45 gradi per potere illuminare il suo-loro volto impaurilo, nonché il suo sguardo rivolto verso quel bagliore (senza ne piccolo, ne grande amore, ma paura) e così abbagliata - l'ozono non c'era - da non distinguere la figura che emetteva, fuori campo, una voce sì potente, sì maledente, sì scacciante anch'essa, sì
impostata e "portata" da arrivare subito la condanna (in quell'epoca le poste funzionavano). Doveva essere impostata la voce, di buona dizione, senza alcuna inflessione vernacolare. Solo così poteva stabilire la differenza. Insomma l'allegorico, l'altisonante, il dottrinale ci vuole11.

Il coup de théatre con l'accento circonflesso immobilizza Èva come un coniglio. Fuggente e afferrabile, carne tangibile.

Giorno telefonico TIM sotto il sole bollente
Disegno dentro la macchina. Mi guardo nello specchio retrovisore. Mi telefona Remoli12, romanaccio, con la voce presa da un temporaneo tremore. Mi assilla per portare la pietra a Marino dove c'è, con la struggente Gabriella Ferri, la Sagra dell'Uva. E' il suo diritto anche se nel 1219 con la Bolla "Super Specula" si vietava il Diritto Romano. Mi tortura. Timore e tremor che in treno non arrivi in tempo e mi rimanda domande altrui. Le bombolette metropolita
ne?

10. Enea, quello che netl'Averno provò il gusto pieno della vite.

11. Dopo aver vietato il Teatro, l'Ecclesia non ha fatto a meno della "teatralità".

12. (N.d.r.) collaboratore, insieme a Marco Tonelli e Guglielmo Ciglietti, del prof. Giorgio Di Genova,
curatore della Mostra Antologica di Silvio Benedetto, organizzata dalla Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università di Palermo e dall'Assessorato ai Beni Culturali, di imminente inaugurazione.

 pagina 6 dil quaderno il viaggio della pietra

 

La pioggia lava tutto? Questioni che qui nella Valle mi pongono quotidianamente. Ma io ho un feed-back incorporato. Scendo dalla macchina perché il telefono senza fili miei me lo consente e mi poggio sulla rovente Olga-Medusa guardando la Silvia-Beatrice tré pietre più in là. Sono sotto le tré Erinni che non sono le tré Parche urbane ne le tré circensi More ne gelsi eccelsi.
Stomacata dalla mia idiozia, la linea cade come linea morta cade. Resto silente tra le pietre policrome, che non fanno ombra, fiori, lumache, api, lucertole e "cucummareddi"13. Rientro in macchina e tento una mini guida a questa Scacciata14 (Cacciaguida è un'altra cosa). A proposito, i miei avi e i miei averi sono morti tutti tranne mia madre Adela che in "Prenotazione per l'Inferno", ultima mia regia per il Teatro negli Appartamenti in via Scialoja, interpretava Caronte, dove Olga e Silvia portavano i personaggi dalla pietra in scena, così come Piero il suo Pier della Vigna, Carlos il suo Prodigo e Gilberto il suo Virgilio.

Giorno xxx telefonico
Mi telefonano Luisa e Flavia che Riccardo sta bene. Poi Olga che Tommaso sta bene. Mi telefona Francesco d'Alcamo, d'Alcamo come Cielo (suo padre mi posò per Dante) e mi chiede se mi è piaciuto il travertino15 e se Lillo, che è impegnato nelle europee16, mentre è a Gerusalemme, possa venire alla posatura.
Altra telefonata: Pippo dall'Arco di Costantino Golf conferma che la Pietra andrà sulla Cassia. Altra telefonata: Massimo da Rovigo conferma che la Pietra andrà col nostro spettacolo al Festival. Altra telefonata. Lillo: "Che minchia combini, la Pietra deve andare a Bologna, Milano, Ravenna, Verona, qui e là.
Altra telefonata. Cinque Terre Riomaggiore: ciao, a quando la Pietra. Ancora: Allò...
Madame Genevieve... Valenciennes... E cado come corpo morto cade.

Ultimo giorno
Me straniero, le parole italiane mi sembrano leccornie e mangio troppo. Poi corro a liberarmi della colpa della mia ingordigia e vomito qui nei fogli. Che cosa nasconde questo comportamento irrazionale? 

13. Per non sembrare asinino volevo scrivere il nome scientifico dei " cucummareddi", cioè Ecbullon
      Elaterium o Momordica. (Un po' di eurodiwne ci vuole!) Ho rinunciato per non sembrare peDante.

14. Con olive, acciughe e origano sono buonissime a Castrofilippo

15. Noto viado brasiliano del Flaminio.

16 Giochi olimpici del 2000.

 pagina 7 dil quaderno il viaggio della pietra

 

Devo ricordare come ero nutrito nella primissima infanzia. Se il cibo era "scandito" ad orari rigidi, il bambino d'allora sapeva che era impossibile mandare alla madre messaggi di fame e di disagio, perché non sarebbe stato esaudito. Quindi appena posso eccomi qui bla, bla bla. Ed Èva? E l'oggetto inquietante? E il mondo che scoppia?17 L'organico? Tutto sommato anche questa pietra è un mio poliedro18 a visione multipla, ma le "visioni", le parole mi hanno portato ad altro. 
II serpente? Mah. Si fece lunga. Ho pensato di iniziare con "dirotti brievemente", ma finirò con una sentenza messicana. "Dimmi di cosa ti vanti e ti dirò cosa ti manca". 

Ultimo giorno ore 12
Vicino, nell'isoletta dei giunchi, arrostiscono stigghiola Cinquetti. C'è vento. Il fumo mi incenerisce. Non c'è Virgilio con la punta della veste per pulirmi la fronte e le gote dalla fuliggine intestinale infernale?

Ultimo giorno pomeriggio
Quando finirò tutta la Divina? Potrei tirare a indovinar... ma dovrei, in quel caso, autodipingermi nelle vesti di Cavalcante o Tiresia visto che le mammelle mi son già cresciute per vecchiezza o lardezza.
Comunque, codesta Èva la devo ultimare. Ora: hic et nunc! Dipingo. Sigaretta. La pietra suggerisce, qui, di essere lasciata come è, e là, di essere esaltata nelle sue forme. Per "lasciarla come è" rispetterò la sua bellezza naturale, non seppellendola totalmente con la materia; per esaltare le sue forme concepirò
policromie: ecco perché chiederò a Silvia di lasciare Roma per venire a combattere con quel microcosmo frastagliato e colorarlo. 
Continuo a dipingere. Sì, arriverà la Silvia, che quando lavora all'aperto, le viene l'eritrea polare e parla  poco - solo quando dipinge - ma non quanto la mamma di Turiddu nella Cavalleria, anche perché lei è di Arona. Un passante fa la pipì sulla pietra di Ugolino! - stia attento - pisa... "ahi Pisa, vituperio delle genti...".
Dipingo ancora, con una certa amaritudine e incazzamento, pensando al destino delle mie opere. Continuo a dipingere testardo: sono Ariete del 21 marzo. Quest'ultima mia dichiarazione ad alta voce mi fa ammonire da Marco Lombardo, che dal Purgatorio XVI 

17. Le "sfere ", i ' "oggetto inquietante ", il "mondo che scoppia ", sono da me introdotti nelle mie opere
      e diventano ricorrenti verso il 1967. Qui, nella Pietra di Èva, contiene un serpente.

18. La "visione multipla", gli elementi sporgenti, iniziano nel 1968, in Messico, nel mio murales di
      Cuernavaca.

 pagina 8 dil quaderno il viaggio della pietra

 

- le pietre parlano - così mi dice: ricordati dell'influsso delle stelle e del libero arbitro della Campobello vs Canicattì.

Al tramonto dell'ultimo giorno, inizia la notte di Valpurga 
Basta! Basta genuflettermi, mentre Goethe mi guarda e io lo festeggio per il suo anniversario, basta genuflettermi con le mie non più giovani vertebre. Mi alzo lentamente con la mia veneranda capigliatura, poca sopra e lunga sotto, e con gli occhi di Giancarlo Sbraggia. Certo, così sudato il mio volto e profilato d'arancio non pare tanto onesto e tanto gentile. Lo sento come patinato o laccato qual anitra cucinata alla
cinese. Gli ultimi raggi filtrandosi nel mio antico pelo mi tingono il teschio di centrifuga di caronte.
Dagli interstizi delle pietre escono i pipistrelli annunciando la totale caduta del sole. Mi sono alzato e ho trovato l'invasor19. Mi drizzo totalmente. Ombre si muovono qua e là. Goethe si allontana cercando Elena.
Vicino alla pietra vulcanica Proust mangia Madelaine20. Puccini da un ultimo sguardo a Mirra e lascia la valle a braccetto di Gianni Schicchi-Buono Donati, tutti e due offesi, come tanti, perché non li ho ancora "stampati". Le ombre si muovono. Ancora. Pasifae muggisce dal Purgatorio XXVI con un timbro solo suo al quale assegno un colore irritando Skrjabin che si allontana nervosamente. Publio Nasone fa finta di contare i ladri-serpentelli, mentre invece, perfeziona, guardando le ombre, la sua Ars Amatoria. Pensando al suo paese natale21, si trasforma in ramarro e si acquieta sotto un sasso facendo, comunque, una capatina ogni tanto. Le cicale fanno musicoterapia. Alida, pensando a Giuditta, passeggia con Pierre Klossowski, il quale, distratto dalla mia Èva, pensa al soloikismós. Le ombre si muovono ancora. Sono coppie. Alcune scompaiono nel retroscena o dietro le quinte. Altre non fanno in tempo (o non vogliono) a fare "mutis en el foro" e si esibiscono nel proscenio di roccia e terriccio. Lascio fare perché non son di lor parente e per non finire nel Cocito o Giù di qui con Gianciotto Malatesta di Rimini. Un'ombra giovane sin gola si avvicina, mi adula. Mi sento goffo e faccio finta di niente per non essere spiedinato come quell'anatra che sembro (solo dal colore) o come il fratello del Gianciotto, o forse per quel mio antico pelo che la tarda ora fa' grigio viola. L'ombra, falsamente adirata, scompare dietro la pietra di Taide. Dell'ira sua non mi curo, perché Santuzza non è. Tré adolescenti maschi bianchi passano veloci e si soffermano sotto la pietra dell'Angelo per dare inizio alle piccole manovre. Raccolgo gli stigghi e gli stràni, me voyeur involontario, mentre la commozione vien meno dietro la pietra di Anastasio II (che Anastasio non era), quel
che fu da Potino indotto all'eresia. 

Ultimo, ultimo giorno
Mi hanno chiesto una breve scheda per un'opuscolo degli dei ed io mi perdo nei meandri di Monandro22. Non voglio scrivere, ma lo faccio mentre dipingo. Io me ne andrei. Cosa tocca fare per un rublo!23

19. La maledetta zincala pungitrice detta anofedele, quella de "Lo stesso giorno all'imbrunire".

20. Biscotti da ricercare a tempo perso. Ricercato biscotto doppiamente cotto.

21. Sul Mona.

22. Commediografo, già con le antenne, del '300 a. C. circa.

23. Andre] Ruhièv, 1360-1430, pittore russo che rinnovò la tradizione dell'icona e su I quale Tarkovskij realizzò 
      un bei film.

 pagina 9 dil quaderno il viaggio della pietra

 

Dipingere e prendere appunti è una gincana? Visito la pietra dell'Accidia e mi prendo un Maalox. Tomo ad Èva, il "loco ove tornar disio":24 anche se la citazione non corrisponde al Canto, il disio c'è lo stesso. Dipingo. Dipingo il suo corpo e penso all'Aquila Imperiale (imperiale come il biscotto della mia infanzia argentina) che Dante25 le fece piombare, anche a 45 gradi come quel Dito, quello del "quel giorno", con i retrattili artigli aperti. Il vapore e l'umidità fanno scricchiolare le articolazioni e bagnano i disegni preparatori26 di Èva. 

Ultimo, ultimissimo giorno
Se aggiungo una riga il tipografo mi ammazza. Il fotocompositore Luigi ha fame e mi guarda brutto. E poi, la pietra deve viaggiare, viaggiare e il camion mi aspetta. Non la seguirò però. Io, deus otiosus, non la seguirò nell'urbane piazze (vi ricordate il topo di città e il topo di campagna?). No! No la quiero ver de perfil a las cinquo de la tarde tra i klaxon e lo smog, in mezzo ad una piazza, totem fermaglio di volantini elettorali trascinati dal vento.27

E' la fine
Alzo gli occhi verso le stelle. Mi ottura l'occhio il giga-guano dell'ultimo uccello notturno (non era cileno e non lo ha fatto di proposito). Monocolo vedo in alto il mondo che scoppia28 nell'ultimo canto del Paradiso, nello "Ziggurat" della Valle, illuminato dal fuoco che accende gli sterpi e fa' tremolare anche quel mondo vicino ad Èva. Anche questo esplode mentre Èva è colta nell'istante del doppio richiamo, dall'alto e dal basso, ne prima ne dopo, tra la meravigliosa letizia e la sorpresa, tra la voluttà e lo stupore, senza ancora dolore, prima del preannuncio del castigo. Impudentemente pudica. 

Silvio Benedetto

24. Al di fuori del "sentire la mancanza di" e del latino, deseo o disio che sia, e oltre il di-zio di Alberto Sordi, e
     dell'uso che della parola si fa da Jacopo da Lentini al Foscolo, ignoro l'etimologia, o addirittura il suo suono
     arcaico prima del linguaggio. Ma immagino che il cavernicolo lo esprimesse così: gù gù! perché anche oggi
     quando uno lo sente, il desiderio, ritoma afaregù gù! Come dire che l'umanità crepa di letteratura.

25. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, a Casteinuovo Magra, lo "zio Dante", zio della Mariannina.

26. Disegni realizzati su Elena 1'. nel mio studio a Roma con la finestra chiusa su Villa Borghese.

27. La pietra viaggerà anche nei depliants e nelle locandine. Là sarà imprigionata, fuori dalla Valle e là
      riprodotta  per la gioia pigra di alcuni critici ossessionati d'università o di altri ossessionati dallo scarso 
      spazio nei  quotidiani lasciato alle loro accidiose penne. Sarà giudicata fuori dal contesto, sia quello della 
      Valle che  quello urbano. Non sarà visionata in un luogo percorribile, ma fruita come un "quadro" o tutt'al più 
      come una  successione di dipinti, quasi una proiezione di diapositive, senza dare, ai lati del poliedro, la sua 
      soluzione di continuità. La Sicilia è lontana così come il Messico è così vicino agli Stati Uniti e così lontano da 
      Dio.

28. Pietra di metri 3x5.

Bibliografia essenziale:

La Divina Commedia, di Dante Alighieri; Di come produrre più nova di Carlo Montesanti; La Famiglia
Cristiana: Novella 2000; Dizionario dei sinonimi e dei contrari. Patoruzú. e Martín Fierro.

 

 

"In fieri"

Silvio Benedetto stà ultimando, col aiuto di Olga Macaluso nelle parti figuralli ed Silvia Di Blasi  nelle campiture geometriche: Inferno (Caronte, la Scolastica, Filippo Argenti, Ugolino, Lucifero); Purgatorio (canti dei Beati, trionfo di Beatrice); Paradiso (le trasparenze e la "luce" in tutte le pietre.

(Il nominativo completo di coloro che hanno participato alla realizzazione del all'inttera opera (aiutanti pittori, collaboratori amichevoli, modelli, tecnici, maestranze, fotografi) è in via di preparazione.)

Il Parco, che è un tutt'uno con i massi policromi, inteso, come supporto degli stesi serà ultimato nel 2002 con la direzione artistica dello steso artista. 


sopra

 

© SILVIO BENEDETTO by SIAE 2001 texto y foto